Giovannetti lascia, Capozzi è il nuovo presidente del Labrone

Anche il Labrone ha un nuovo presidente. Dopo essere partito da zero, aver creato una cantina praticamente dal niente e aver ottenuto dei risultati incredibili con un equipaggio nuovo, giovane e promettente, l’ex numero uno Giovannetti ha lasciato la sezione nautica amarantogrigia, lasciando il testimone a Lino Capozzi, ex vogatore dell’Ovosodo e istruttore di palestra.

La cantina del Labrone

La cantina del Labrone

«Per anni – spiega ho vogato come canottiere a livello agonistico, poi sono entrato nel mondo del Palio Marinaro. Con l’età ho abbandonato i gozzi e sono andato a fare l’istruttore di spinning e rowing in palestra». Ma l’ambiente remiero, una volta che ti entra nel sangue, poi è difficile lasciarlo. Quasi impossibile. E così a gennaio Capozzi si è rimesso in gioco, entrando in una cantina nuova e portando il proprio entusiasmo. «Mi hanno proposto di occuparmi del Labrone e ho accettato più che volentieri. Questo ambiente ha sempre avuto una gestione approssimativa delle cose, serve innovazione e organizzazione. Maurizio Quercioli, fresco di nomina, è uno dei pochi che ha una visione avanguardistica di questo sport e sta lavorando nel modo giusto. Perciò ho deciso di dargli una mano. Le comunicazioni dovrebbero arrivare tutte via e-mail, ogni cantina dovrebbe avere un indirizzo elettronico e le votazioni dovrebbero avvenire in modo pubblico, durante le assemblee. E a fine riunione dovrebbe essere redatto un verbale. Purtroppo questo ancora non succede, ma spero che presto accadrà». Tradizione da mantenere, rapporto con il territorio e spazio ai vogatori giovani. Sono questi i comandamenti del nuovo presidente del Labrone. «Un mese e mezzo è un tempo ancora troppo ristretto per fare un bilancio, ma qui abbiamo dato vita a un progetto. Stiamo cercando di creare una comunità di persone legate a questa cantina per tramandare la tradizione. Per prima cosa dobbiamo intercettare dei finanziamenti dagli sponsor, perché le sezioni nautiche per vivere hanno bisogno di soldi. E anche il comune dovrebbe aiutarci e trattarci tutti alla stessa maniera. Tra un anno sono sicuro che arriveranno i primi risultati».

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