Silvio "Pippo" Lavoratori
Con i suoi 88 anni “Pippo” è il più vecchio cantiniere in circolazione del Palio Marinaro e ci è sembrato doveroso collocarlo nell’archivio virtuale di tutti coloro che hanno contribuito affinché questa affascinante tradizione remiera popolare sia arrivata fino ai giorni nostri.
Nato il 24 maggio del 1923 nel “suo” non più esistente Rione di San Giovanni, e più precisamente in via del Giardino, Pippo cominciò, come una rara foto del 1927 testimonia, a frequentare il Club Nautico San Giovanni di cui era presidente onorario Costanzo Ciano. Nella cantina dello scalo Regio infatti, ci vogarono i fratelli più grandi di lui: Pasquale, Primo, Dario e Alberto soprannominato “Barba”.
Pippo fu la mascotte degli azzurri vogatori, che riuscirono assieme al Venezia, a contrastare l’inarrestabile marcia, voluta da Ganascione Ciano, del Borgo Cappuccini del mitico Agide Carnevali. Finita la guerra Pippo tornò di casa in via delle Stalle, in Venezia, a due passi da via del Porticciolo e trovò lavoro come portuale nella famigerata squadra 14, quella in cui fece parte l’amico fraterno Italo Piccini. La squadra 14 era ritenuta una delle migliori squadre di lavoratori portuali.
Grande amico di Renato Barbieri “Attao”, Canzio Vivaldi “Pecchio” e di tutti gli altri veneziani, Pippo, fin dai primissimi anni ’50, possiamo dire che ha vissuto praticamente tutta la storia del Venezia, ha sempre frequentato la cantina rosso-bianca in qualità di cantiniere, assieme ad Ardito Brogi, Nedo Suardi e Ivo Baldi, anch’essi al servizio del Venezia da tantissimi anni.
La sua mansione principale è quella di occuparsi della pulizia del gozzo, una mansione che assolve da anni e anni anche quando, nel 1972 lasciò la casa di Venezia per tornare ad abitare in Borgo San Jacopo. Tutte le mattine Pippo è lì, alla Tura a pulire e lucidare l’Andrea Sgarallino che la sera prima ha feso le acque per il quotidiano allenamento oppure dopo un’ importante vittoria. Finché l’età glielo permetteva era lui a farsi tutte le scale del campanile che fu di Padre Saglietto, a mettere il vessillo rosso-bianco in “cima al Rione”oppure la bandiera con la falce e martello all’ex teatro San Marco, o quello che ne rimane, per la ricorrenza della nascita del Partito Comunista Italiano.
Nel 1975 per il primo e unico Palio corso allo Scolmatore, a causa dei molti rinvii e caratterizzato dalle polemiche dei timonieri, se dovevano o non dovevano aiutare i capovoga, le imbarcazioni, compresa l’Andrea Sgarallino, rimasero due giorni e due notti allo Scolmatore e fu proprio Pippo a dormirci dentro per paura di qualche sabotaggio o atto vandalico, da parte dei rioni avversari. Famose erano anche le veglie in cantina prima delle gare.
Scrive Gigi Suardi su “La Venezia e le gloriose imprese della cantina e del gozzo”: “Terminate tutte le possibili operazioni sul gozzo e sui remi, era necessario vegliare per l’intera nottata. Non era una veglia destinata soltanto a proteggere gozzo e remi, era molto più simile alla “veglia d’armi” dei cavalieri medioevali, immersi per l’intera notte nei pensieri e nelle preghiere, prima dell’investitura. Potrà sembrare una millanteria questa, ma chi lo penserà non avrà mai commesso un errore più madornale”.
Pippo, alla veneranda età di 88 anni, ha condiviso tutte le vittorie e le sconfitte dell’Andrea Sgarallino. Ha gioito, ha pianto, ha festeggiato, si è arrabbiato come un uomo innamorato. Innamorato del suo Venezia. Si ringrazia per la gentile collaborazione la famiglia Lavoratori.
articolo di Carlo Braccini 2011