Giovanni detto Giovannino Baldi
Una colonna del Pontino San Marco
Giovanni Baldi, ma per gli amici del rione giallorosso Giovannino, nacque a Livorno in via Terrazzini, il cuore del Pontino, il 17 aprile del 1944 dopo i bombardamenti arei sulla nostra città. È stato negli anni ’60 una colonna del Pontino San Marco, una vera bandiera giallorossa tanto che nel rione ricordano tuttora le sue imprese.
Nelle gare remiere cominciò a vogare nel 1964 con i biancocelesti del Colline “Fu per una scommessa tra mio padre e l’allora allenatore del San Jacopo –ricorda Giovannino– che avrei imparato a vogare in venti giorni: avevo ventidue anni e in un paio di settimane vinsi il Palio delle gozzette portando il Colline nei dieci remi”.
Poi qualcosa andò storto, era il 1966, l’equipaggio si sfaldò e alcuni vogatori che lasciarono L’ “Audace” di Colline furono chiamati in vari rioni: “Io fui tra quei vogatori –dice Giovannino– e fui chiamato dal mio rione, con il quale vinsi tre Pali, esattamente nel 1966, nel 1967, nel 1968 e sette Barontini. L’allenatore fu Giovanni Persico del quale ho ancora dei bellissimi ricordi”.
Giovanni vogò fino al 1978, un anno prima della morte del grande Persico che vinse, ricordiamolo, l’ultimo campionato europeo con gli Scarronzoni: quello di Amsterdam. Nel 1979 l’allora allenatore dei giallorossi Bitossi lo richiamò per fare le tre gare, nel 1978 infatti nacque la Coppa Risi’atori, della Stagione. “Non ero allenato –dice Giovannino– ma Bitossi mi convinse ugualmente a fare solo il Palio, accettai ma poi non riuscii a dire no e mi convinse a fare anche la Barontini, dove ci classificammo al quarto posto”. Il campione giallorosso si aggiudicò anche la medaglia d’oro del Palio delle Industrie dove vogò con i portuali, oltre a partecipare a diverse gare interne al porto dove conobbe Brunello Braccini, che fu campione al remo del Borgo Cappuccini.
È certo che nel Pontino pigliatutto degli anni ‘60, la presenza a bordo di Giovannino Baldi sul “Barontini” si è fatta sentire, essendo stato di una potenza straordinaria riuscì ad imprimere al gozzo quelle volate che fecero rimanere a bocca aperta tutti gli avversari.
Articolo di Carlo Braccini – settembre 2020