La storia
Era il 1978 quando il Commendator Tito Neri, capostipite della famiglia Neri e fondatore dell’omonima azienda alla fine dell’ 800, decise di dedicare una gara ai “Risicatori” (nello slang livornese che sacrifica le “C in eccesso” chiamati “Risiatori”), epiche figure della Livorno portuale del passato le cui gesta sono strettamente legate alla tradizione remiera cittadina. Uomini di mare e scaricatori di porto che, ogni giorno, sfidavano il mare a bordo di piccoli gozzi per raggiungere le navi in entrata e quindi assicurarsi il diritto di poterle scaricare.
Qualsiasi fossero le condizioni atmosferiche, davano vita ad una vera e propria gara senza esclusioni di colpi, senza regole e senza paura, in palio c’era la sopravvivenza, chi arrivava primo prendeva tutta la posta, agli altri non restava che tentare il giorno dopo. Ogni rione aveva comunque il proprio equipaggio di “Risicatori” che, vista la loro importanza nell’economia della comunità, erano considerati e rispettati come personalità.
Su chi fossero i “Risicatori” che si guadagnavano appunto la vita “arrisicando”, se ne sono dette di tutti i colori. C’è chi li ha paragonati a pirati pronti all’abbordaggio delle navi messe in difficoltà dallo Scirocco o dal Libeccio e chi ha pensato di trasformarli in candidi e generosi salvatori pronti a rischiare la vita per portar soccorso ai naviganti in difficoltà. La verità forse sta in mezzo, la spinta primaria era senza dubbio “il bottino”, una nave da poter scaricare per potersi guadagnare la giornata, ma i vecchi livornesi, generosa gente di mare sprezzante del pericolo, erano anche capaci di clamorosi gesti di altruismo e coraggio.
Profondi conoscitori del mare e della sua “rabbia” tanto da sfidarlo nei momenti più difficili, riuscirono a recuperare e mettere in salvo tantissimi naviganti in difficoltà. Che siano stati spinti dalla necessità di lavoro e più propriamente dalla fame, non rappresenta certamente una nota di demerito. Per salvare delle vite umane ci vogliono comunque tanto “fegato”, forza e audacia.
Adesso, a 40 anni dalla prima edizione, la famiglia Neri continua a essere lo sponsor principale della manifestazione. Con il tempo molte cose sono cambiate, a partire dalle leggi e dalle normative che regolano il cavilloso mondo remiero livornese ma una cosa è però rimasta intatta: la fatica. E la Coppa Risicatori, la competizione che apre il Trittico (Palio – Barontini – Risiatori), ne incarna l’essenza più e meglio delle altre gare. Non solo per i 7600 metri, dalla Meloria fino alla Darsena Nuova, che tante volte i vogatori hanno simulato sul remergometro in cantina o provato in allenamento, ma perché la Risiatori è la storia. La storia di Livorno, che è nata sul mare e che verso il mare ha sempre guardato.
Un’altra particolarità della gara riguarda il record di percorrenza che, stabilito dal rione Salviano nel lontano 1997, resiste ancora oggi dopo 20 anni: un incredibile 33’45”15 difficile da battere visto che ormai sono anni che la gara non termina mai prima dei 35 minuti.
Nel 2013, per celebrare i 35 anni di Coppa Risiatori, la famiglia Neri ha voluto dare a questa gara l’attenzione che merita, organizzando un elicottero per le riprese aeree dalla Meloria. Venne allestito, inoltre, un maxischermo di 10 metri per 4, su una chiatta della ditta ormeggiata a fianco all’arrivo sugli scali Novi Lena, per offrire la diretta della gara a tutta la città, pensando quindi soprattutto a coloro che, non avendo una barca, non potevano seguire la gara dal mare. E, conoscendo la generosità della famiglia Neri ed il loro attaccamento alla città di Livorno, non è detto che non ci siano altre sorprese in serbo il prossimo anno, quando la gara giungerà alla 40a edizione.