La tradizione remiera livornese
A Livorno, città portuale e marinara per eccellenza, si svolgono, ogni anno, le gare remiere tra i rioni cittadini; una serie di sfide spettacolari, intrise di sudore e salmastro, che hanno radici storiche lontane. Non solo vere e proprie kermesse sportive, ma anche grandi feste di passione e folklore che, con alterne vicende, rinnovano da circa cinquecento anni il legame tra Livorno e il suo mare.
Una tradizione livornese, quella remiera, vecchia quindi di secoli; che risale a quando le navi mercantili che apparivano all’orizzonte scatenavano una vera e propria competizione tra gli scaricatori portuali livornesi, i famosi “Risicatori”, che, uscendo rapidamente in mare con le loro barche, cercavano di arrivare per primi sottobordo e conquistarsi il diritto a scaricare la merce sulle banchine e che, coinvolgendo migliaia di livornesi in tutte le epoche, ha regalato all’Italia le imprese del leggendario Otto degli “Scarronzoni” (Cioni, Balleri, Bracci, Barsotti, Vestrini, Del Bimbo, Garzelli, Barbieri e Milani) capaci di conquistare l’argento alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932 e di Berlino del 1936, per non parlare dei tanti vogatori di valore internazionale che li hanno succeduti, Luca Agamennoni e Dario Lari, solo per citare due nomi.
Le origini delle gare remiere sono addirittura antecedenti all’elevazione a rango di città di Livorno (1606), era infatti in uso, fin dal XVI secolo, festeggiare i grandi eventi con una regata o un “palio di barchette” o con dispute remiere effettuate in porto. Persino il Granduca di Toscana, Cosimo I de Medici ne era appassionato e se la godeva dal terrazzino della sua residenza in Fortezza Vecchia. Di grande eco ad esempio fu la gara svolta nello specchio d’acqua dei fossi nel 1605, in occasione dell’apertura del canale che circonda Fortezza Nuova.
Nel ‘700 e per tutto l’800 la fama delle “feste d’acqua” livornesi varcò addirittura i confini cittadini, più volte divennero soggetto di tele e stampe e le cui descrizioni riempivano le cronache del tempo. I personaggi e gli ospiti illustri della città erano molto interessati ad assistervi e la ricca borghesia mercantile labronica si prodigava quindi per organizzarle. Particolarmente fastoso fu il grande Palio che, il 21 maggio del 1766, la comunità olandese organizzò in occasione della visita a Livorno di Pietro Leopoldo di Lorena, appena nominato Granduca di Toscana.
Insomma, non è certo un caso se a Livorno tutti i rioni, a cui fanno capo uno o più quartieri cittadini, hanno la loro cantina, il loro gozzo, il loro stemma caratteristico e i loro colori che si rifanno a precise origini e tradizioni: Borgo (bianco-nero), Labrone (amaranto – giallo – celeste – nero), Ardenza (rosso-verde), Ovo Sodo (bianco-giallo), Pontino (rosso-giallo), Salviano (amaranto-bianco), S. Jacopo (bianco- verde) e Venezia (rosso-bianco).
La stagione remiera della città di Livorno si apre il 25 aprile con il “Trofeo Liberazione”, un appuntamento giunto quest’anno alla terza edizione che non si è ancora guadagnato i “galloni” per essere inserito nel novero delle grandi “classiche” della tradizione labronica: la “Palio dell’Antenna”, la “Coppa Barontini”, la “Coppa Risiatori” e il “Palio Marinaro”, quattro appuntamenti da non perdere per lasciarsi conquistare dalla storia, dalla cultura e dal fascino delle atmosfere labroniche.
La seconda gara della stagione, in scena il 21 maggio presso la Darsena Nuova, è la “Giostra dell’Antenna”, una competizione atipica, antichissima, di origini medievali, che vede i rioni cittadini sfidarsi in velocità e abilità per raggiungere prima degli altri una pertica d’acciaio sulla quale sventola il “Cencio”, un drappo amaranto che rappresenta l’obiettivo della gara e l’ultima fatica del “montatore”, figura particolare dell’equipaggio al quale è affidato il compito di arrampicarsi fino al vertice dell’antenna posta al centro del campo di regata.
Poi a giugno è il turno della terribile “Coppa Risiatori”, una gara tanto spettacolare quanto impegnativa nella quale i gozzi, partendo dalla Torre Meloria, simbolo delle battaglie navali che hanno determinato la storia cittadina, giungono stremati all’arrivo dentro al porto di Livorno attraverso un percorso in mare aperto di quasi 8 chilometri.
Sempre in giugno è il momento dell’affascinante “Coppa Barontini”, competizione a cronometro che si svolge in notturna, lungo il suggestivo percorso dei Fossi Medicei, il sistema di canali che cingono il centro della città di Livorno, attraverso i quartieri intrisi della magia della festa e imbandierati con i colori rionali.
Ed infine, intorno alla prima domenica di luglio, è il turno della gara che, tra i rioni cittadini e nella ristretta cerchia dei vogatori, è forse la più sentita: il “Palio Marinaro” Città di Livorno che si disputa in mare aperto di fronte alla bellissima Terrazza Mascagni.