La gara
Il Palio è la più classica delle gare livornesi: si tratta del trofeo che conclude la stagione remiera, una spettacolare festa in mare che esprime meglio di ogni altra manifestazione l’anima più vera di Livorno, tra storia, tradizione e spirito identitario.
Si svolge ogni anno dopo la Risiatori e la Barontini, nel tratto di mare al largo della Terrazza Mascagni, spettacolare platea che garantisce una visuale d’eccezione su tutta la competizione, e viene fatto precedere dalle gare a quattro remi che coinvolgono gli under 18 e gli equipaggi femminili.
Si tratta di una sfida all’ultima remata in cui si fondono sudore e salmastro, voglia di vincere e sana competizione, entusiasmo e tanta fatica.
Al Palio partecipano otto rioni che gareggiano sui gozzi, imbarcazioni a dieci remi formate da un equipaggio di dieci robusti vogatori più un timoniere che si distingue dal resto della ciurma per la posizione a poppa, il fisico più esile e il ruolo di “direttore d’orchestra”, con il compito di coordinare, manovrare, guidare, dare il ritmo e incitare a più non posso la sua squadra.
La gara dura all’incirca dieci minuti ma lo sparo che dà il via alla sfida è preceduto da mesi e mesi di duro lavoro, soprattutto per gli atleti che, nell’anno precedente, fanno esercizio nelle Cantine – i luoghi di ritrovo delle Sezioni Nautiche – e vogano direttamente in mare o lungo i Fossi, i caratteristici canali d’acqua che percorrono alcuni quartieri livornesi. L’arte di remare, del resto, ha bisogno di esperienza e costanza per raggiungere i suoi livelli più alti: non si tratta di una questione di pura e semplice resistenza. Bisogna avere confidenza con le correnti, saperle sfruttare e assoggettare alle proprie esigenze, imparare a diventare un tutt’uno con il resto dell’equipaggio. E poi sentire l’altro, calibrare le forze, calcolare la giusta inclinazione della pala in mare, creare un ritmo ciclico e univoco, dando vita a quello spettacolare movimento a onda umana, simile a una danza, che tanto emoziona il pubblico. Per raggiungere questi livelli i ragazzi dei rioni lavorano tutti i giorni, specie da febbraio in poi, quando la gara è alle porte e il Comune consegna finalmente i gozzi con cui gli equipaggi parteciperanno al Palio. Poco importa che si tratti di una torrida e afosa serata estiva o di una rigida giornata invernale, con libeccio e salmastro che rendono la vita in mare difficile: a muovere gli atleti sono la passione, l’amicizia, la voglia di fare sport, l’agonismo, il piacere di stare all’aria aperta, l’amore per il territorio, per Livorno, per la sua tradizione.
Tanto sforzo è ripagato dalla soddisfazione e dal calore dei rioni che, già qualche giorno prima del Palio, mettono in mostra le bandiere con i colori del quartiere.
Ai vincitori, oltre alle coppe, spetta il giro d’onore lungo i Fossi, per gioire all’ombra del Voltone con il resto della tifoseria, mentre a chi raggiunge per primo il traguardo di tre edizioni vinte (non necessariamente consecutive), tocca di diritto il simbolico drappo dipinto per l’occasione da un artista.
Una festa unica e spettacolare che rende vive ancora oggi le antiche tradizioni marinare della città.