La storia
Feste d’acque e origini del Palio
Quella del Palio è una storia che affonda le sue radici nel DNA di Livorno, nelle sue origini, nelle sue tradizioni, nel legame che da sempre questa città intrattiene con il mare.
Il palio livornese, infatti, è la rievocazione in mare aperto delle regate che, circa cinque secoli fa, venivano disputate in occasione di grandi eventi davanti alla Fortezza Vecchia, sotto l’occhio appassionato e divertito di Cosimo de Medici, che le seguiva dal Terrazzino della Canaviglia. Queste gare nascevano probabilmente da estemporanee sfide di equipaggi che correvano su rozze imbarcazioni per allenarsi alla vita in mare, da cui traevano sostentamento. Di palio vero e proprio, però, si iniziò a parlare nel 1605, in occasione dell’apertura del canale perimetrale alla Fortezza Nuova.
Di solito il Palio veniva disputato l’8 settembre, festa della natività della Madonna, quando una gran folla di persone arrivava dai paesi limitrofi e dalle campagne per pregare al Santuario di Montenero. Tuttavia bastava un’occasione importante perché si organizzasse un Palio in qualsiasi periodo dell’anno.
Tra il settecento e l’ottocento, infatti, le “feste d’acqua” divennero molto conosciute e varcarono i confini cittadini, affascinando i cronisti e pittori dell’epoca e incuriosendo alcuni personaggi illustri.
Un Palio tra i più fastosi della storia di Livorno si svolse il 21 maggio 1766 in occasione della visita di Pietro Leopoldo, da poco Granduca, e fu organizzato dalla comunità olandese alemanna, una delle “Nazioni” che si stabilirono sul territorio favorite dalle Leggi Livornine e dall’istituzione del porto franco.
Va ricordato però che il Palio dell’epoca era molto diverso da quello contemporaneo. Allora, le imbarcazioni in gara erano solo quattro – una gialla, una rossa, una verde e una celeste – il campo di regata non era in mare aperto ed era prevista ancora l’antenna, il palo piantato in acqua su cui doveva arrampicarsi un membro dell’equipaggio, il “montatore”.
Questo Palio continuò a essere gareggiato con una certa regolarità nelle acque del quartiere della Venezia fino al 1867, eccezion fatta per le interruzioni causate da guerre ed epidemie, finché un incidente a un “montatore” non ne segnò l’abolizione.
La nascita del Palio contemporaneo
Il Palio fu ripreso ufficialmente nel 1926, dando inizio alla gara contemporanea. Della manifestazione antica restarono pochi aspetti: fu soppressa l’antenna, il campo di gara venne spostato in mare aperto, cambiò l’aspetto delle imbarcazioni, i colori si moltiplicarono e divennero quelli dei rioni, i gozzi in gara furono dieci e molto altro ancora… Tuttavia rispetto al passato rimasero saldi lo spirito marinaresco degli antenati e il fascino di questa meravigliosa festa in mare che, meglio di ogni altra manifestazione, rappresenta l’essenza di Livorno. Tanto che da allora il Palio è definito “regata di popolo” e spesso, anche per accentuare questo aspetto, viene collegato alle gare estemporanee che si disputavano nell’ottocento tra i “risi’atori”, barcaioli che per assicurarsi il diritto di scarico sulla banchina remavano il più velocemente possibile, in modo da arrivare primi a bordo delle navi in arrivo, sfidando il mare e rischiando spesso la vita per procurarsi il pane.
Nel ’26 Borgo Cappuccini, uno dei promotori della prima edizione ufficiale del Palio, scese in gara con un gozzo dedicato al livornese Capitan Launaro, un capitano di macchina del sommergibile «Veniero», speronato e affondato nel 1925. Questo gozzo entrò nella storia insieme alla figura di Algide Carnevali, timoniere di rara abilità e allenatore del Borgo, una sorta di leggenda per i “lupi di mare” livornesi. Il Palio ebbe una sospensione nel 1940, a causa dell’entrata in guerra dell’Italia e venne ripreso nel 1951. Il periodo che probabilmente ha segnato le pagine più belle e emozionanti di questa gara sono proprio quelle degli anni ’50 e ’60, quando i rioni coinvolti erano molti di più rispetto ai nostri giorni.
Con la Riforma del Remo oggi i rioni sono otto e molte regole nel corso degli anni sono mutate ma il Palio continua ad essere sempre un’istituzione, un appuntamento che scandisce il calendario dell’estate livornese e racconta la parte più autentica di questa città.