Carlo "il Conte" Biscottino
Il Conte di Shangay
Al timone dello Shangay, negli anni ’60, vi era uno dei personaggi del Palio, quel Carlo Biscottino che aveva addirittura tre soprannomi: il Conte, Brioche e Koblet.
Il primo per il suo modo di fare elegante e che faceva un po’ specie nell’ambiente dei vogatori, il secondo altro non era che una storpiatura del cognome ed era forse dettato dal fatto che gli piaceva fare colazione al bar, il terzo per via della sua rassomiglianza con il ciclista svizzero che portava i capelli divisi da una riga nel mezzo.
Carlo Biscottino, fratello di Giampiero, campione alla scia degli anni’50 e ’60, morto nel 1975, aveva iniziato la sua carriera al timone del gozzo di Ardenza nel 1938 e 1939 (due sesti posti). Dopo la guerra, nel 1955, venne chiamato al timone dello Shangay, che s’impose sull’Indipendenza e conquistò il diritto al gozzo a dieci. Nel 1956 e 1957 Biscottino salvò la barca arrivando quinto ma nel 1958 preferì tornare su un quattro, questa volta quello del Colline (quarto posto).
Il 1959 fu il suo anno migliore perché Shangay si classificò quarto, dietro a Pontino, Borgo e Venezia, co un equipaggio formato da: Mario Salvadori, Giancarlo Minuti, Franco Maggiari, Ugo Laucci, Costanzo e Francesco Telluzzi, Norberto Picchiotti, Giampaolo Demi, Bruno Chimenti, Giancarlo Botti, Mauro Stasi, Marino Luschi e Luciano Masini. Sesto nel 1960 e deluso per quel 1961 in cui era convinto di poter anche vincere il Palio.
Biscottino resse il timone del Dragone ancora nel 1964 e nel 1966 (settimo e salvo per un soffio in tutte e due le gare, settimo anche nella prima edizione della Coppa Barontini). Nel 1967 tornò alla guida di un quattro, quello dell’Antignano, ma il terzo posto dietro a Torretta e Fiorentina lo convinse che era ormai l’ora di mollare. Concluse la sua carriera l’anno dopo come timoniere di riserva del dieci dell’Ardenza.