Sergio Marconi
Grande dirigente bianco-giallo
Ci siamo incontrati, tra foto e coppe, nella sede dell‘Ovo Sodo giù sotto al ponte di San Benedetto. Mentre scendo per la ormai famosa scalinata in ferro che si percorre per accedere alla storica cantina, mi saluta dalla finestra con quella simpatia che lo ha sempre contraddistinto.
Dopo avermi abbracciato e stretto la mano, mi fa sedere al tavolo dove è seduto anche il presidentissimo Pirro assieme ad altri due dirigenti. Si tratta di Sergio Marconi nato a Livorno il 19 marzo 1946. «Sono nato nel cuore del rione: in piazza Cavallotti – mi dice – ma da piccolissimo i miei genitori si trasferirono in piazza XX Settembre dove sono cresciuto. Come vedi sono bianco-giallo dalla nascita».
So che hai cominciato ad amare lo sport giocando al calcio. «Erano gli anni ’60 e cominciai l’attività di calciatore nella squadra del Campanile di via Mentana, la squadra più odiata ma la più rispettata a Livorno. Poi andai a giocare, come centravanti, nella Pro Livorno, San Vincenzo e San Carlo calcando i campi del pisano e del fiorentino». Come sei entrato nel mondo del Palio? «Fin da ragazzetto ho seguito il Palio come tifoso dell’Ovo Sodo. Ricordo che mi mettevo sul ponte di San Benedetto o seduto sulle spallette per vedere uscire il gozzo per gli allenamenti. Poi, grazie ai miei figli Andrea e Luca – mi mostra una foto di Luca – che hanno vogato in bianco-giallo, sono entrato nel mondo del remo. La grande passione che mi è “esplosa” dentro mi è venuta durante la Coppa Lorenzini del 1989, quando l’Ovo Sodo vinse al fotofinish con il Venezia. Da quel giorno mi feci socio e cominciai a praticare la cantina dove conobbi persone speciali, molto speciali».
Quando sei entrato nella dirigenza? «Era il 1992, l’anno in cui prese fuoco la cantina. Fu il mio “battesimo” da dirigente. Quando il presidente Pirro non poteva andare alle varie riunioni, incaricava me come rappresentante del rione. Ed era un grande onore. Di vittorie ne ho viste tante e ogni volta è stata una bellissima emozione. Ma una delle soddisfazioni più grandi è stata vedere mio figlio Luca vincere i Campionati Italiani della Federazione Italiana a Sedile Fisso. Luca vinse nel 1995 e ’96 come vogatore e nel 1997 come allenatore insieme a Vincenzo Raveggi. Furono anni che riempirono d’orgoglio tutta la cantina e il rione bianco-giallo».
La più bella vittoria dell’Ovo Sodo? « Le vittorie sono tutte belle ma l’ultima è sempre la più bella di tutte specialmente la Coppa Barontini di quest’anno. Tutti ci davano sfavoriti perché non avevamo un equipaggio di giovanissimi ma con i “vecchietti” – vedi Roberto Merlino e Luca Lauri – abbiamo invertito i pronostici. Nessuno si aspettava la nostra vittoria. L’Ovo Sodo – continua Marconi – è sempre stato tra i protagonisti del Palio salendo quasi sempre sul podio. Siamo battaglieri, non ci arrendiamo mai. Purtroppo le cose non vanno bene. Siamo rimasti in quattro a portare avanti la sezione nautica, abbiamo pochi soci e praticamente gli sponsor non ci sono. Siamo costretti a tirare fuori i soldi di tasca nostra. Molti amici cari ci hanno lasciato ma stringiamo i denti e andiamo avanti anche per loro i quali avrebbero fatto altrettanto. Siamo dell’Ovo Sodo».
Articolo di Carlo Braccini 26/11/2016