Fulvio Pacitto
Il “maestro d’ascia”
Alzi la mano chi non conosce Fulvio Pacitto. Tutti sanno che è uno dei migliori attori di vernacolo sulla piazza, che scarrozza i turisti con il suo cavallo per le vie di Pisa, che in estate fa fare il giro dei fossi in barca ai livornesi e non cantando stornelli. Con una barca rigorosamente in legno. Si, perché la sua vera passione sono le barche in legno, anche adesso che sono quasi tutte in vetroresina.
Fulvio Pacitto è l’ultimo maestro d’ascia e calafato sulla piazza livornese, con tanto di brevetto rilasciato dalla Marina Mercantile quando aveva appena 22 anni. La sua è una passione nata molto tempo fa, quando, ancora piccolino, si recava sempre in Venezia a vedere come venivano riparati i navicelli, per apprendere ogni segreto del mestiere. La sua prima opera è stata una lancia di circa tre metri, costruita nel retrobottega di sua nonna all’età di 17 anni. Ma preso dalla foga di costruire una barca, non si accorse che non passava dalla porta e così dovette smontarla per poi assemblarla di nuovo.
Da quel momento Fulvio Pacitto ha costruito tantissime barche, più per passione che per mestiere. Tant’è che lui stesso si definisce “amico fedele del legno“. Anche adesso che va di moda la vetroresina. «Il legno rappresenta la nostra tradizione – afferma sicuro Fulvio – e come tale sarebbe un peccato non tramandarla ai più giovani». Questa sua vocazione l’ha portato a collaborare con “Scuole in Barca“, proprio per far scoprire ai giovani livornesi una parte di storia che in qualche modo deve far parte di loro. Anche quest’anno (2003) ha mostrato agli studenti la sua ultima “fatica”, un navicello in scala 1:2, spiegando loro come da semplici travi in legno si arriva a costruire tali imbarcazioni.
Prima di chiudere consentitemi una piccola divagazione. Nel 1976, in concomitanza con la mia nascita, Fulvio ha costruito una lancia di circa 5 metri per mio padre. A quella barca sono legati molti ricordi della mia infanzia e per questo gli sarò per sempre grato. Sono sicuro che quei ricordi, con una barca moderna, non sarebbero stati gli stessi. Quel legno trasudava tradizione, passione amore per il mare e per Livorno. Sprigionava quel calore umano che solo Fulvio sa dare.
Articolo di Igor Vanni
Ma Fulvio, nipote del risicatore Ferdinando Carboni conosciutissimo al tempo delle arrisicate, le barche non solo le ha costruite ma ci ha anche gareggiato. Era il 1973, il penultimo anno che si corse la gara alla scia e Fulvio, che fu pescatore di professione, corse con i colori del Pontino al posto di Alberto Disgraziati, che in quell’anno non partecipò. Il nostro personaggio si classificò al secondo posto, dietro al fortissimo Giampiero Biscottino. Fulvio è anche proprietario dell’originale modello di scia del 1949 costruito da Romoli e Dino Mazzantini. Da questo modello potremmo, anzi lui potrebbe, ricostruire le originali barchette, naturalmente in legno.