Marco Penco
Storico vogatore del Fabbricotti
Da sempre abitante nel suo rione: il Fabbricotti che ha rappresentato, dal 1978 al 1982, nelle varie gare remiere cittadine. Marco Penco è un vogatore storico in quanto ha fatto parte del primo equipaggio dei rosso-neri. «Il Fabbricotti fu inserito, assieme a Montenero e Magenta Origine – rammenta Marco – nel 1978. Noi proprio nell’anno del debutto, con la gozzetta a quattro remi, vincemmo la gara passando, l’anno successivo al dieci remi e non ho mai conosciuto la retrocessione in quanto ho sempre salvato il mio gozzo. Questi erano i componenti dell’equipaggio: timoniere Andrea Del Maestro, Ivo Polese, Riccardo Ciucci, Riccardo Mataresi, Riccardo Boncompagni ed io”.
«Mi ricordo – continua Marco – che nella gara del debutto, la Stazione era avanti a noi dopo il giro di boa, ma ad un certo punto, un vogatore, adesso mi sfugge il nome, dei nero-azzurri, dette una palata a vuoto e cadde in mare noi ne approfittammo e tagliammo il traguardo per primi». Il Fabbricotti vinse in 11′ 51”2, al secondo posto il Benci-Centro in 11’57”7, la Stazione finì al 5° posto. Si scrisse di quella gara: “[…] all’altezza dell’acquario comunale i rosso-neri del Fabbricotti aumentano il ritmo delle palate e ben presto si portano alla stessa altezza della Stazione; sembra di assistere ad una sfida della Madonnina: Milan contro Inter. Ed il diavolo ci mette davvero lo zampino perché ai 400 metri Roberto Cestari, uno dei vogatori nero-azzurri, probabilmente a causa di una palata data a vuoto, perde l’equilibrio e finisce in acqua. Lo sfortunato è subito raccattato da un gommone ma, la sua barca subisce uno stop improvviso e per quanto il timoniere Costanzo Basini faccia in fretta a prendere il suo posto, il ritmo è ormai spezzato ed il Fabbricotti ha il via libera davanti ai bianco-gialli del Benci-Centro, autori di un inutile tentativo finale di rimonta”.
«Una cosa che mi è rimasta indelebile nella mente – dice l’ex vogatore – è quella in cui in una foto del 1980 sembravamo terzi ma in realtà eravamo in quinta posizione. Eravamo in boa uno, quella di terra. Ma quel Palio non mi è rimasto impresso solo per quella foto ma anche perché fu una corsa anomala ci fu una doppia retrocessione e il Torretta gareggiò con il gozzo del Pontino». L’episodio che movimentò la gara, ricordato da Marco quando dice che ci furono due retrocessioni, fu lo speronamento tra San Jacopo e Colline. Il San Jacopo era partito con soli otto vogatori (si dovette fare uno strappo al regolamento per ammetterlo) ed era al sesto posto; alla virata la barca bianco-verde fu urtata con la prua dall’imbarcazione dei bianco-celesti, con il risultato di due scalmi rotti e un timone in avaria.
Venne poi il reclamo con la squalifica, ma anche il San Jacopo fu retrocesso. Dove avevate la cantina? – gli chiedo. «Una cantina solo nostra non l’avevamo, eravamo ospiti, in piazza Cavour, del Tuccoli e del San Jacopo. Il nostro presidente fu Gigi Vanni ma, per onor del vero, faceva tutto lui, era il factotum del Fabbricotti mentre il nostro allenatore fu Nino Mataresi che mi fece vogare come pruviere insieme a Walter Melis». A questo punto saluto Marco con il quale ho fatto le scuole medie circa 45 anni fa. Alcune volte riuniamo la nostra classe a cena parlando dei tempi che furono. Grazie Marco.
Articolo di Carlo Braccini 16/09/2016