Fabio Pittaluga
I Palii perduti
Fabio Pittaluga, borghigiano Doc, nasce in piazza Giovine Italia l’8 luglio 1963. Da sempre amante di voga, trasmessagli da suo padre Battista che vogò nel Borgo Cappuccini nel 1953, ’54, ’55 ’58 cogliendo un secondo posto nel ’53 e un terzo posto nel ’58, cominciò a vogare facendo canoa e canottaggio per poi passare nel dieci remi, nel 1981, con il suo Borgo Cappuccini che non lascerà più fino al 1990. Dopo diversi Minipalii, sale sul “Costante Neri” e nel 1982 si aggiudica la Coppa Barontini e il Palio Marinaro. «A quei tempi – ricorda Fabio – montare su un gozzo a dieci remi era una cosa ambita per noi ragazzi di quell’epoca e io avevo solo 17-18 anni».
“Il Palio del 1982 si corre il 18 di luglio e non è certo un Palio a sorpresa per quel che concerne il vincitore visto che il Borgo Cappuccini, già primo sul traguardo della Barontini, era nei pronostici di tutti.” Così iniziava la cronaca di quel Palio che vide i bianco-neri tagliare il traguardo davanti ai forti equipaggi del Pontino San Marco e del Venezia. Bisogna dire che fu una gara appassionante. Questi i tempi: Borgo Cappuccini 9’16”9, Pontino San Marco 9’18”3, Venezia 9’19”6. L’equipaggio vincitore: timoniere Mauro Leonardini, Antonio Perullo, Sirio Sostegni, Massimo Crovetti, Massimo Pessi, Fabio Gambini, Emiliano Simonetti, Sergio Di Natale, Maurizio Grassini, Fabio Pittaluga, Alessandro Mainardi Fabrizio Boccini, Agostino Mennella. Nel 1985, Fabio vince la Coppa Risi’atori e si classifica secondo alla Coppa Barontini e terzo al Palio Marinaro.
Negli anni a seguire ottiene solo molti posti da podio e nel 1990, oltre a gareggiare insieme al fratello Maurizio, destinato qualche anno più tardi a fare grande il Salviano, abbandona definitivamente la cantina bianconera per discrepanza con la dirigenza smettendo per sempre di vogare. Qual’è il tuo più grande rammarico? Gli domando. «Forse è quello di aver perso troppi Palii grazie al timoniere Leonardini che già nel 1973 perse il Palio dello Scolmatore perché si mise a spingere i remi dei capovoga cosa che a quel tempo era proibita, poi, quando vogavo io, perse il biagio del timone durante una gara facendoci perdere anche il primo posto e la vittoria».
« Nel 1982, per incomprensioni, lasciò timone e cantina e montò al suo posto Antonio Perullo. Nel 1987 – continua Fabio – stavamo disputando una bella gara fino a quando un mio compagno, Fabrizio Mori, perse il remo perché si dimenticò di legarlo al girone, per quello perdemmo molto tempo. Questo fatto ci fece perdere la gara. Vedi – conclude – di fatti come questi ne ho ancora ma non voglio dilungarmi troppo». Comunque sia, Fabio Pittaluga, è rimasto fedele, finché ci ha creduto, alla causa bianco-nera mettendo anima e corpo quando era alla voga del mitico “Costante Neri”. Ricordiamo, poi, il grande contributo che ha dato la famiglia Pittaluga affinché il Borgo Cappuccini risultasse sempre tra i gozzi da battere e, naturalmente, alle importanti vittorie ottenute.
Articolo di Carlo Braccini 13/02/2017