Ivano "Pozzolano" Salvadori
Un grande del remo
Un altro dei protagonisti se n’è andato. Ivano Salvadori è stato davvero uno dei protagonisti dei Palii dal 1951 ad oggi: prima da vogatore, poi da timoniere, infine da dirigente e da spettatore negli ultimi anni, quando aveva ritenuto di lasciare il posto a persone più giovani, perché aveva da accudire la moglie Nara, che aveva problemi di salute.
Se n’è andato con l’arrivo del 2011 a 87 anni e lascia i figli Alfredo (buon sangue non mente visto che all’attivo ha successi in quattro Palii e altrettante Barontini) e Ivana a cui vanno le condoglianze di tutto il mondo del remo. Nato in Venezia nel 1924 e soprannominato “pozzolano” per il fatto che era sempre abbronzato, Ivano Salvadori, di professione portuale, venne scelto a 27 anni suonati per far parte, insieme a personaggi come Canzio Vivaldi, Manganello e Uccellino, degli equipaggi del Venezia che conquistarono il trittico 1951, 1952 e 1953.
Nel 1954 il Venezia deve cedere il passo all’Antignano. «Secondo mio padre – racconta il figlio Alfredo – quella vittoria era arrivata solo grazie al fatto che i nero-bianchi avevano recuperato e rimesso in sesto una barca leggendaria, il Capitan Launaro di Agide Carnevali. Era un gozzo invincibile». L’anno dopo venne scelto per far parte dell’equipaggio che doveva rappresentare Livorno nella prima Coppa dei Porti. I labronici si classificarono però solo terzi dietro a Spezia e Ancona.
Nel 1956 quando ha già 32 anni, passa sul 10 del San Jacopo perché la sua famiglia si è trasferita in via Calatafimi, ma l’equipaggio è amalgamato male e l’8° posto vuol dire retrocessione. Chiude la carriera di vogatore 2 anni dopo con il quattro del San Jacopo che si classifica secondo dietro al Torretta. Nel 1960 viene chiamato al timone del Borgo ed è un esordio decisamente vincente. Nel 1961, il Palio, disputato all’interno del porto mediceo, viene annullato per via di una serie di abbordaggi portati avanti dal Pontino che inutilmente aveva chiesto l’annullamento della partenza.
Due anni è Venezia a beffarlo grazie a una splendida virata di boa effettuata dall’esperta mano di Amleto Natali già, a suo tempo, nelle fila del San Giovanni, vittorioso nel 1930. Nel 1964 Ivano Salvadori riporta alla vittoria i bianco-neri superando sul filo di lana il solito Venezia. La linea d’arrivo trova il Borgo in palata e il Venezia fuori remo e così sono stati i bianco-neri ad aggiudicarsi la gara. Gli anni successivi, ovvero il 1966 e il 1967 sono anni bui per il Borgo e il suo timoniere.
In entrambi i Palii Borgo arriva quarto pur avendo degli “equipaggi di peso”. Il primo lo vince il Pontino su Venezia e Centro e il secondo è vinto anch’esso dal Pontino. Visto i risultati non soddisfacenti, il Borgo, nei tre anni successivi prova altri timonieri, ma il prodotto non cambia e così, nel 1971, richiama Ivano Salvadori alla barra. La cura sembra giovare ma il Borgo è solo secondo dietro a Venezia. Nel 1973 il figlio Alfredo, che ha 19 anni, inizia a vogare con San Jacopo e Ivano Salvadori ci si trasferisce armi e bagagli a fare il timoniere.
La gara viene dominata e vinta da un equipaggio che ha un neo: Massimo Carnevali abita al confine fra Borgo e San Jacopo e per un numero civico viene considerato irregolare. Così a salire sui gozzi a 10 è lo Shangay arrivato secondo. La squalifica sembra portare una maledizione sui bianco-verdi che l’anno dopo, con lo stesso equipaggio, sono solo quarti (a vincere è Antignano) mentre il Palio dello Scolmatore (1975) s’impone Quercianella.
Solo nel 1976 il San Jacopo (con al timone ancora Ivano Salvadori) riesce a togliersi dal “purgatorio” vincendo un’inedita gara gara a cronometro. L’ultimo Palio lo disputa nel 1977 e il San Jacopo salva il gozzo giungendo sesto. Nel 1979 il figlio Alfredo passa al Venezia, dove vincerà gare a ripetizione, e Ivano decide di lasciare lo sport attivo. Torna del suo Venezia a fare da dirigente e vi rimarrà fino al 2003 quando deciderà di essere arrivato all’età della pensione.
Articolo di Alberto Gavazzeni 2011