Franco Sargentini
Quando l’Accademia allestiva il campo di regata del Palio
Questa mia breve intervista a Franco Sargentini, è tratta da “Livorno non Stop” del 21 giugno 199: “Quando si parla di Palio, le prime cose che ci vengono in mente sono naturalmente: le gare, i gozzi, le vittorie ecc. Ma se guardiamo oltre, ci accorgiamo che ci sono centinaia di persone che lavorano dietro le quinte in silenzio, mai viste e conosciute ma senza le quali non si sarebbe certamente fatto niente. Una di queste persone, che il Palio lo ha vissuto per molti anni, dall’altra parte della barricata, è Franco Sargentini, incaricato negli anni ’60 ’70, dall’Accademia Navale, ad allestire il campo di regata del Palio Marinaro.
Nato a Quiesa (LU) nel 1925, ha vissuto quasi tutta la sua vita in mare. Arruolatosi a soli 16 anni nella Marina Militare, Franco si sta godendo la sua pensione nella nostra città, dove abita da moltissimi anni. Maresciallo Maggiore e 1° Nostromo dell’Accademia Navale di Livorno, il Sargentini ha navigato in lungo e in largo con la nave scuola Amerigo Vespucci nella quale era il Nostromo dell’albero Maestro. Sempre come Nostromo, all’albero di Mezzana, ha navigato con la nave scuola Palinuro e, negli anni ’60, su diverse navi da guerra, ha partecipato ad alcune missioni negli Stati Uniti.
«Ho sempre vissuto con il mare – racconta l’ex Nostromo – addirittura ho rischiato la vita quando fui affondato il 19 ottobre del 1942, con il cacciatorpediniere Giovanni Da Verazzano nelle acque tra Malta e Tripoli. Avevo solo 17 anni e devo dire che mi andò bene perché su oltre 350 uomini di equipaggio, fui tra le sessanta persone che si salvarono. Nella mia carriera ho fatto molte cose tra qui l’allestimento del campo di regata del Palio Marinaro assieme ad alcuni marinai che eseguivano i miei ordini e a due grandi amici incaricati anch’essi, penso dal Comitato del Palio: Alberto Lavoratori, tifoso del Borgo Cappuccini e Canzio Vivaldi detto Pecchio che fu campione del Venezia».
« Il giorno prima del Palio -continua il Sargentini- dovevamo provvedere, oltre alla giusta lunghezza del percorso, all’istallazione delle boe di partenza e di virata, lavoro, questo, che si rendeva difficoltoso specialmente se il mare era agitato». Sargentini – gli domando – i momenti più belli di quelle giornate ? «Le mangiate e le bevute insieme a Pecchio e Lavoratori dopo le gare». Da ricordare che il Comitato Palio Marinaro donò, in segno di gratitudine, una medaglia d’oro per ogni anno del suo operato e che franco mi mostra con orgoglio”. Franco Sargentini si spense a Livorno sul finire degli anni ’90.
Articolo di Carlo Braccini