Marco Vignale
L’allenatore dei giovani del Pontino
Nelle prime gare della stagione, ovvero Trofeo della Liberazione e Minirisicatori, a mettersi in evidenza e a vincere sono stati i giovani giallorossi del Pontino allenati da Marco Vignale e Marco Raugei. Marco Vignale, classe 1971, ha iniziato nel 1989 come vogatore nel quattro del Sorgenti, per poi approdare nel Fabbricotti, San Jacopo, Montenero, Stazione, Colline e Pontino con cui ha vinto la Barontini nel 1992, il Palio e la Risi’atori nel 1994 (sempre a dieci remi).
La rosa atleti del Pontino vittorioso nel 1994: timoniere Luca Ondini, Alderighi Claudio, Bitossi Alessandro, Corsani Mirko, Fiordi Paolo, Morettini Daniele, Panicucci Davide, De Martino Michele, Biondi Massimo, Baldi Sergio, Burresi Marco, Dovicchi Wilmo, Mancini Massimo, Orsini Matteo, Ulivieri Roberto, Papini Alberto, Calvelli Fabio, Quercioli Michele, Vignale Marco.
Da tre anni si occupa come allenatore di squadre giovanili e quest’anno è passato dal Salviano al Pontino. Il suo collaboratore, Marco Raugei, si occupa da dieci anni delle giovanili del Pontino. Ha saltato soltanto il 2011, anno in cui era nella cantina del Labrone, come vice di Luca Marconi.
Vignale come si può sviluppare la cultura del remo? «Bisogna puntare sulle scuole e istituirvi l’ora di voga settimanale con voto finale. Ma questo, non tanto per alimentare le schiere dei vogatori, quanto per instradare i più giovani verso uno sport che, al contrario di tanti altri, costa poco o nulla. Aver eliminato la manifestazione “Scuole in Barca” è stato un errore clamoroso, perché la manifestazione fungeva da serbatoio per gli equipaggi delle cantine».
Cosa insegna? «Il rispetto per gli avversari. E’ bello vincere, ma non è obbligatorio. Questo è uno sport che ti tempra, che ti fa diventare uomo. A settembre ho iniziato ad allenare questi ragazzi (Lorenzo Biagi, timoniere, Simone Quercioli, Federico Magni, Lorenzo Chimenti, Leonardo Paoli e Vincenzo Vitale) e mi hanno dato la soddisfazione di vincere sia la prima che la seconda gara».
Articolo di Alberto Gavazzeni 2015